Biblio > Sources > 617

Type de textesource
TitreDelle antichità di Ercolano
AuteursBayardi, Ottavio Antonio
Date de rédaction
Date de publication originale1757:1792
Titre traduit
Auteurs de la traduction
Date de traduction
Date d'édition moderne ou de réédition
Editeur moderne
Date de reprint

, Tavola I (numéro vol 1) , p. 1- 2

Tra i quattro Monocromi sopra marmo, perfettissimi nel genere loro, e per la singolarità inestimabili, i quali, nel pubblicarsi le pitture del Museo Reale, si è creduto esser proprio che a tutte precedessero ; il primo luogo ha questo, che, oltre ad essersi prima degli altri scoverto, pregevole più che altro si rende per gli nomi del Dipintore (7), e delle Figure (8), che vi si leggono. Nelle parole : Alessandro Ateniese dipingea (9) : abbiamo il nome (10), la patria, e può ben dirsi ancora l’età dell’artefice, mostrandoci almeno la forma de’caratteri greci, ch’egli vivesse alquanto prima dell’era cristiana.

NOTES

(7) Nelle sculture non è cosa ordinaria il trovarvisi il nome dell’artefice. Nelle dipinture de’vasi una sola se n’è veduta, a nostra notizia, col nome del pittore. Negl’intonachi nessuna, per quel che si sappia.

(8) Fu costume degli antichi pittori apporre i nomi alle persone, che dipingeano : e di Polignoto avverte Pausania X, 25, che formava i nomi a capriccio nelle sue pitture.

(9) ALEXANDROS ATHENAIOS EGRAPSEN. Plinio nella dedicatoria della Storia Naturale all’Imperator Tito scrive, che gli antichi pittori, e scultori ebbero in costume nelle opere loro più perfette concepire in tempo pendente le iscrizioni, così : Apelles, o Polycletus faciebat : come se volessero, che quelle opere fossero sempre considerate, come solo cominciate, e non perfezionate ; acciocché ancor quei, che volessero giudicarne sinistramente, si rimanessero dal criticar colui, che prevenuto dalla morte non avesse potuto emendarle ; e conchiude : Tria non amplius, ut opinor, absolute quae traduntur inscripta : ILLE FECIT. Ma Fidia sotto la famosa statua di Giove Olimpio pose questa inscrizione : PHEIDIAS CHARMIDE UIOS ATHENAIOS M’EPOEIESE. Fidia figliuol di Carmide Ateniese mi fece. Pausania V, 10. Ed oltre a questo abbiamo noi due altri esempii di tali inscrizioni in tempo perfetto : uno è nel Real Museo, ove si legge sotto un busto : APOLLONIOS EPOIESE : Apollonio fece. L’altro era nella dipintura di un vaso etrusco del Museo del celebre nostro D. Giuseppe Valletta, in cui si leggea MAXIMOS EGRAPSE : Massimo dipinse. Con troppa confidenza dunque asserì Plinio tre soli esempii trovarsi di sì fatte iscrizioni.

Dans :« Apelles faciebat » : signatures à l’imparfait(Lien)